Ci siamo spostati!
ci siamo trasferiti su
Un aiuto a giudicare la realtà
UN PARLAMENTO DI CITTADINI
liberi di partecipare, liberi di preferire
Non c’è nessun male che i partiti occupino il potere e se ne occupino.Il problema è per chi e per che cosa lo ricercano e lo esercitano: se cioè la società è una realtà da manipolare per uno strapotere o non piuttosto qualcosa da servire per un bene comune.
Per questo la crisi di rappresentanza dei partiti ci preoccupa.
Non solo per le difficoltà di comprensione del loro linguaggio e delle loro proposte, ma anche e soprattutto per il loro progressivo allontanamento dai cittadini, dalla società e dall’economia.
L’attuale dibattito sulla riforma della legge elettorale, poi, rischia di segnare una ulteriore distanza: si parla dei candidati, che le segreterie dei partiti vorrebbero “imporre” attraverso liste bloccate, ma non del fatto che i cittadini possano, da una parte, candidarsi e, dall’altra, scegliere direttamente le persone che li rappresenteranno in Parlamento attraverso l’espressione di una preferenza.
Nemmeno i promotori del referendum lo stanno chiedendo.
Noi non viviamo di politica, ma la politica ci interessa; e le elezioni sono il momento supremo della partecipazione democratica di un Paese.
Per questo, pur non esprimendo indicazioni sul sistema che si disegnerà, ci interessa:
- in un assetto di sistema proporzionale, potere scegliere e votare liberamente i candidati, all’interno dei partiti e degli schieramenti;
- in un sistema uninominale, dare la possibilità a chiunque lo voglia di candidarsi raccogliendo firme a livello di singolo collegio.
Vogliamo assumerci la responsabilità della “res publica”, anche nel momento del voto. Vogliamo una classe politica che sia espressione del popolo, prima che delle segreterie di partito. Vogliamo vivere in una democrazia reale, in cui il popolo sceglie i suoi rappresentanti.
NOI CHIEDIAMO CHE NEL NUOVO SISTEMA ELETTORALE:
SE PROPORZIONALE,
VENGA REINTRODOTTA LA PREFERENZA
SE UNINOMINALE,
VENGA DATA LA POSSIBILITA’ DI CANDIDARSI
IN UN SINGOLO COLLEGIO RACCOGLIENDO 500 FIRME.
PER IL BENE DEL PAESE, PER IL BENE DELLA POLITICA STESSA!
Primi Firmatari | |
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Francesco Cossiga | Presidente Emerito della Repubblica |
Alberoni Francesco | Sociologo |
Alberoni Rosa | Scrittrice |
Allam Magdi | Vice Direttore Corriere della Sera |
Amicone Luigi | Direttore Tempi |
Andreotti Giulio | Senatore a vita |
Antonini Luca | Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Università degli studi di Padova |
Bechis Franco | Direttore Italia Oggi |
Belpietro Maurizio | Direttore Il Giornale |
Bernasconi Pierluigi | Amministratore Delegato Media Market |
Bertolissi Mario | Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Università degli studi di Padova |
Bracalente Enrico | Amministratore Unico Nero Giardini |
Cervetti Giovanni | |
Colombo Maria Grazia | Presidente nazionale AGeSC |
Corti Eugenio | Scrittore |
De Maio Adriano | Presidente IReR |
Donati Pierpaolo | Professore Ordinario di sociologia dei processi culturali Università di Bologna |
Doninelli Luca | Scrittore |
Dotti Johnny | Presidente Consorzio CGM |
Formica Rino | Presidente Movimento Socialismo è Libertà |
Formigoni Roberto | Presidente Regione Lombardia |
Franchi Paolo | Direttore Il Riformista |
Fumagalli Cesare | Segretario Generale Confartigianato |
Gian Ferrari Claudia | Storica dell'arte |
Giannino Oscar | Direttore Libero Mercato |
Intiglietta Antonio | Presidente GE.FI |
Inzoli Mauro | Presidente Banco Alimentare |
Liguori Paolo | Direttore TGCOM e Mediavideo |
Loi Franco | Scrittore |
Lombardi Giorgio | Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Università degli studi di Torino |
Macaluso Emanuele | Direttore Le nuove ragioni del Socialismo |
Massobrio Paolo | Presidente Club Papillon |
Mauro Mario | Vice Presidente Parlamento Europeo |
Mazzotta Roberto | Presidente Banca Popolare di Milano |
Mazzucca Giancarlo | Direttore QN - Resto del Carlino |
Morpurgo Claudio | Avvocato |
Muccioli Andrea | Responsabile Comunità San Patrignano |
Novari Vincenzo | Amministratore Delegato H3G |
Ornaghi Lorenzo | Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Pedulla Gaetano | Direttore Il Tempo |
Petrini Carlo | Presidente Fondatore Slow Food Internazionale |
Pezzotta Savino | |
Pillitteri Paolo | |
Pontiggia Elena | Storica dell'arte |
Romano Antonio | Presidente Inarea |
Rondoni Davide | Poeta |
Sapelli Giulio | Economista |
Scaglia Silvio | |
Sgarbi Vittorio | Critico d'arte |
Squinzi Giorgio | Amministratore Unico Mapei |
Stefanini Pierluigi | Presidente UNIPOL |
Tarantini Graziano | Presidente Banca AKROS |
Tognoli Carlo | |
Versace Santo | Presidente Gianni Versace |
Vignali Raffaello | Presidente Compagnia delle Opere |
Violini Lorenza | Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Università degli studi di Milano |
Vittadini Giorgio | Presidente Fondazione per la Sussidiarietà |
Zamagni Stefano | Professore Ordinario di Economia politica Università di Bologna |
Zappacosta Pierluigi | Cofondatore Logitech |
Zecchi Stefano | Professore Ordinario di Estetica Università degli studi di Milano |
Santità, una gioia immensa è il sentimento che invade ognuno di noi, contentissimi di poterla incontrare e condividere con Lei questo momento. Mi consenta di ringraziarla con tutto il cuore a nome dei miei amici per questo dono impagabile. Abbiamo ancora vivissima nella memoria l’ultima volta che La abbiamo incontrata in occasione del funerale di don Giussani. La sua commovente disponibilità a venire a celebrarlo e le parole piene d’affezione e di comprensione profonda di lui, non potremo mai dimenticarle. Quante volte, da allora, ci siamo sorpresi a parlare di don Giussani con le parole che Lei ci ha rivolto quel giorno per descriverne la personalità: un uomo ferito dalla bellezza, che non guidava a sé, ma a Cristo, e così guadagnava i cuori! È da lui, dalla sua testimonianza instancabile, che noi abbiamo imparato quello che Lei non si stanca di ripetere a tutti da quando è salito al Soglio Pontificio: la bellezza del cristianesimo. Noi siamo affascinati dalla bellezza di Cristo, resa persuasiva dall’intensità contagiosa di don Giussani, fino al punto che ciascuno di noi può ripetere con Jacopone da Todi: «Cristo me trae tutto, tanto è bello». Questa bellezza del cristianesimo noi l’abbiamo scoperta senza tralasciare niente di quello che è autenticamente umano. Anzi, per noi vivere la fede in Cristo coincide con l’esaltazione dell’umano. Tutto il tentativo educativo di don Giussani è stato mostrare la corrispondenza di Cristo con tutte le autentiche esigenze umane. Egli era convinto che solo una proposta rivolta alla ragione e alla libertà, e verificata nell’esperienza, fosse in grado di interessare l’uomo, perché l’unica in grado di fare percepire la sua verità, cioè la sua convenienza umana. Così ci ha mostrato come è possibile vivere la fede da uomini, nel pieno uso della ragione, della libertà e dell’affezione. Noi vogliamo seguire le sue orme. Davanti a tanta grazia è impossibile non sentire i brividi per tutta la nostra sproporzione. Per questo siamo ritornati spesso, particolarmente in questi giorni di preparazione all’incontro con Lei, alle parole che don Giussani ci rivolse nel 1984 per il trentennale della nascita del movimento: «Man manoche maturiamo, siamo a noi stessi spettacolo e, Dio lo voglia, anche agli altri. Spettacolo, cioè, di limite e di tradimento e perciò di umiliazione, e nello stesso tempo di sicurezza inesauribile nella grazia che ci viene donata e rinnovata ogni mattino. Da qui viene quella baldanza ingenua che ci caratterizza, per la quale ogni giorno della nostra vita è concepito come un’offerta a Dio, perché la Chiesa esista dentro i nostri corpi e le nostre anime, attraverso la materialità della nostra esistenza». Consapevoli del nostro niente, domandiamo ogni giorno di poter dire di “sì” alla grazia che ci viene donata perché possiamo testimoniarla senza pretese, ma senza paura, a tutti i nostri fratelli uomini. Siamo certi che, in questo momento di confusione che il mondo sta vivendo, il cuore dell’uomo, pur ferito, resta capace di riconoscere la verità e la bellezza, se la trova sulla strada della vita. Noi desideriamo vivere la novità che ci è capitata in tutte le situazioni e ambienti dove si svolge la nostra esistenza, confidando di poter testimoniare nella nostra piccolezza tutta la bellezza che ha invaso la nostra vita, in modo tale che possa essere incontrata. Speriamo così che si compia in noi quello che è stato da sempre il metodo di Dio per diventare compagno di cammino per ogni uomo: dare la grazia a uno, perché attraverso di lui possa arrivare a tutti. Come l’ha data a don Giussani perché arrivasse a noi, così è stata data a noi perché arrivi ad altri. È questo che può rendere possibile quell’incontro in cui ha origine la fede cristiana, come Lei, Santità, ci ha ricordato nella sua enciclica Deus caritas est: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (n.1). Perciò, in questi anni, abbiamo cercato di prendere sul serio l’invito missionario del Servo di Dio Giovanni Paolo II in occasione del trentennale del movimento: «Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace, che si incontrano in Cristo Redentore» (29 settembre 1984). La diffusione del carisma e la crescita delle comunità del movimento in tutto il mondo mostrano la misericordia di Dio, che ha voluto dar frutto al nostro impegno. Viaggiando per il mondo ho visto che un cristianesimo così vissuto, nei suoi elementi essenziali, può trovare tanta accoglienza nel cuore dell’uomo, aldilà di ogni cultura o religione. Il nostro desiderio è quello che ha sempre mosso il cuore di don Giussani: che in tutto e per tutto la forza persuasiva del movimento sia «strumento della missione dell’unico Popolo di Dio» (Testimonianza di don Luigi Giussani durante l’incontro del Santo Padre Giovanni Paolo II con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità. Piazza San Pietro, Roma, 30 maggio 1998, n. 2); che, cioè, il fascino del carisma incontrato sia per il bene della Santa Chiesa sparsa in tutta il mondo e presente in ogni Chiesa particolare. Per questo abbiamo chiesto di incontrarla, Santità. Come Lei ben sa, la storia del nostro movimento è stata sempre segnata da questo stretto rapporto con la Sede Apostolica. Fin dall’inizio don Giussani ha cercato di vivere la grazia ricevuta in piena comunione con il successore di Pietro, l’unico in grado di assicurare l’autenticità di ogni tentativo: da Paolo VI a Giovanni Paolo II. Noi siamo testimoni della gratitudine immensa di don Giussani quando Giovanni Paolo II riconobbe la Fraternità di Comunione e Liberazione. E abbiamo negli occhi come espresse tutta la sua devozione davanti a tutti inginocchiandosi ai piedi del Papa il 30 maggio 1998. Con la stessa devozione, oggi, noi veniamo da Lei nel XXV del riconoscimento pontificio della Fraternità e a due anni dalla morte di don Giussani, ben consapevoli del valore del successore di Pietro per la nostra fede. Senza la sua testimonianza, assicurata dalla potenza dello Spirito, il cristianesimo decadrebbe in una delle tante varianti ideologiche che dominano il mondo. Siamo qui, Santo Padre, totalmente tesi ad accogliere le indicazioni, e le eventuali correzioni, per il cammino che abbiamo davanti, convinti che, seguendole, renderemo utile per tutta la Chiesa e per il mondo il dono del carisma che ci ha affascinato. Faremo tesoro delle sue parole e, sono sicuro di parlare a nome di ognuno dei miei amici, ci impegneremo nel viverle con tutte le nostre capacità, certi della compagnia appassionata di don Giussani alla nostra vita. |
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle,
è per me un grande piacere accogliervi quest’oggi, in questa Piazza San Pietro, in occasione del XXV anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione. A ciascuno di voi rivolgo il mio cordiale saluto, in particolare ai Presuli, ai sacerdoti e ai responsabili presenti. In modo speciale saluto Don Julián Carrón, Presidente della vostra Fraternità, e lo ringrazio per le belle e profonde parole che mi ha indirizzato a nome di tutti voi.
Il mio primo pensiero va al vostro fondatore, Mons. Luigi Giussani, al quale mi legano tanti ricordi e che mi era diventato un vero amico. L’ultimo incontro, come ha accennato Mons. Carrón, avvenne nel Duomo di Milano, nel febbraio di due anni or sono, quando l’amato Giovanni Paolo II mi inviò a presiedere i suoi solenni funerali. Lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa, attraverso di lui, un Movimento, il vostro, che testimoniasse la bellezza di essere cristiani in un'epoca in cui andava diffondendosi l’opinione che il cristianesimo fosse qualcosa di faticoso e di opprimente da vivere. Don Giussani s’impegnò allora a ridestare nei giovani l’amore verso Cristo "Via, Verità e Vita", ripetendo che solo Lui è la strada verso la realizzazione dei desideri più profondi del cuore dell'uomo, e che Cristo non ci salva a dispetto della nostra umanità, ma attraverso di essa. Come ebbi a richiamare nell'omelia per il suo funerale, questo coraggioso sacerdote, cresciuto in una casa povera di pane, ma ricca di musica - come amava egli stesso dire - sin dall'inizio fu toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza, non di una bellezza qualunque. Cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita che trovò in Cristo. Come non ricordare inoltre i tanti incontri e contatti di don Giussani con il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II? In una ricorrenza a voi cara, il Papa volle ancora una volta ribadire che l'originale intuizione pedagogica di Comunione e Liberazione sta nel riproporre in modo affascinante e in sintonia con la cultura contemporanea, l'avvenimento cristiano, percepito come fonte di nuovi valori e capace di orientare l'intera esistenza.
L’avvenimento, che ha cambiato la vita del Fondatore, ha "ferito" anche quella dei moltissimi suoi figli spirituali, e ha dato luogo alle molteplici esperienze religiose ed ecclesiali che formano la storia della vostra vasta ed articolata Famiglia spirituale. Comunione e Liberazione è un’esperienza comunitaria della fede, nata nella Chiesa non da una volontà organizzativa della Gerarchia, ma originata da un incontro rinnovato con Cristo e così, possiamo dire, da un impulso derivante ultimamente dallo Spirito Santo. Ancor oggi essa si offre come una possibilità di vivere in modo profondo e attualizzato la fede cristiana, da una parte con una totale fedeltà e comunione con il Successore di Pietro e con i Pastori che assicurano il governo della Chiesa; dall'altra, con una spontaneità e una libertà che permettono nuove e profetiche realizzazioni apostoliche e missionarie.
Cari amici, il vostro Movimento si inserisce così in quella vasta fioritura di associazioni, movimenti e nuove realtà ecclesiali suscitati provvidenzialmente dallo Spirito Santo nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Ogni dono dello Spirito si trova originariamente e necessariamente al servizio dell'edificazione del Corpo di Cristo, offrendo una testimonianza dell'immensa carità di Dio per la vita di ogni uomo. La realtà dei Movimenti ecclesiali, pertanto, è segno della fecondità dello Spirito del Signore, perché si manifesti nel mondo la vittoria di Cristo risorto e si compia il mandato missionario affidato a tutta la Chiesa. Nel messaggio al Congresso mondiale dei Movimenti ecclesiali, il 27 maggio del 1998, il Servo di Dio Giovanni Paolo II ebbe a ripetere che, nella Chiesa, non c’è contrasto o contrapposizione tra la dimensione istituzionale e la dimensione carismatica, di cui i Movimenti sono un'espressione significativa, perché entrambe sono coessenziali alla costituzione divina del Popolo di Dio. Nella Chiesa anche le istituzioni essenziali sono carismatiche e d’altra parte i carismi devono in un modo o nell’altro istituzionalizzarsi per avere coerenza e continuità. Così ambedue le dimensioni, originate dallo stesso Spirito Santo per lo stesso Corpo di Cristo, concorrono insieme a rendere presente il mistero e l’opera salvifica di Cristo nel mondo. Questo spiega l’attenzione con cui il Papa e i Pastori guardano alla ricchezza dei doni carismatici nell’epoca contemporanea. A questo proposito, durante un recente incontro col clero e i parroci di Roma, richiamando l’invito che san Paolo rivolge nella Prima Lettera ai Tessalonicesi a non spegnere i carismi, ho detto che se il Signore ci dà nuovi doni dobbiamo esserne grati, anche se talora sono scomodi. Al tempo stesso, poiché la Chiesa è una, se i Movimenti sono realmente doni dello Spirito Santo, devono naturalmente inserirsi nella Comunità ecclesiale e servirla così che, nel dialogo paziente con i Pastori, essi possano costituire elementi edificanti per la Chiesa di oggi e di domani.
Cari fratelli e sorelle, il compianto Giovanni Paolo II, in un’altra circostanza, per voi molto significativa, ebbe ad affidarvi questa consegna: «Andate in tutto il mondo a portare la verità, la bellezza e la pace, che si incontrano in Cristo Redentore». Don Giussani fece di quelle parole il programma di tutto il Movimento e per Comunione e Liberazione fu l'inizio di una stagione missionaria che vi ha portato in ottanta Paesi. Quest’oggi, io vi invito a continuare su questa strada, con una fede profonda, personalizzata e saldamente radicata nel vivo Corpo di Cristo, la Chiesa, che garantisce la contemporaneità di Gesù con noi. Terminiamo questo nostro incontro volgendo il pensiero alla Madonna con la recita dell’Angelus. Verso di Lei don Giussani nutriva una grande devozione, alimentata dall'invocazione Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam e dalla recita dell'Inno alla Vergine di Dante Alighieri, che avete ripetuto anche questa mattina. Vi accompagni la Vergine Santa e vi aiuti a pronunciare generosamente il vostro "sì" alla volontà di Dio in ogni circostanza. Potete contare, cari amici, sul mio costante ricordo nella preghiera, mentre con affetto benedico voi qui presenti e l’intera vostra Famiglia spirituale
Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese
La famiglia è un bene umano fondamentale dal quale dipendono l’identità e il futuro delle persone e della comunità sociale. Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e una donna, e aperta a un’ordinata generazione naturale, i figli nascono e crescono in una comunità d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa. La famiglia ha meritato e tuttora esige tutela giuridica pubblica, proprio in quanto cellula naturale della società e nucleo originario che custodisce le radici più profonde della nostra comune umanità e forma alla responsabilità sociale. Non a caso i più importanti documenti sui diritti umani qualificano la famiglia come “nucleo fondamentale della società e dello Stato”.
Anche in Italia la famiglia risente della crisi dell’Occidente - diminuzione dei matrimoni e declino demografico - e le sue difficoltà incidono sul benessere della società, ma allo stesso tempo essa resta la principale risorsa per il futuro e verso di essa si rivolge il legittimo desiderio di felicità dei più giovani. Nel loro disagio leggiamo una forte nostalgia di famiglia. Senza un legame stabile di un padre e di una madre, senza un’esperienza di rapporti fraterni, crescono le difficoltà di elaborare un’identità personale e maturare un progetto di vita aperto alla solidarietà e all’attenzione verso i più deboli e gli anziani. Aiutiamo i giovani a fare famiglia.
A partire da queste premesse antropologiche, siamo certi che la difesa della famiglia fondata sul matrimonio sia compito primario per la politica e per i legislatori, come previsto dagli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione. Chiediamo al Parlamento di attivare - da subito - un progetto organico e incisivo di politiche sociali in favore della famiglia: per rispetto dei principi costituzionali, per prevenire e contrastare dinamiche di disgregazione sociale, per porre la convivenza civile sotto il segno del bene comune.
L’emergere di nuovi bisogni merita di essere attentamente considerato, ma auspichiamo che il legislatore non confonda le istanze delle persone conviventi con le esigenze specifiche della famiglia fondata sul matrimonio e dei suoi membri. Le esperienze di convivenza, che si collocano in un sistema di assoluta libertà già garantito dalla legislazione vigente, hanno un profilo essenzialmente privato e non necessitano di un riconoscimento pubblico che porterebbe inevitabilmente a istituzionalizzare diversi e inaccettabili modelli di famiglia, in aperto contrasto con il dettato costituzionale. Poiché ogni legge ha anche una funzione pedagogica, crea costume e mentalità, siamo convinti che siano sufficienti la libertà contrattuale ed eventuali interventi sul codice civile per dare una risposta esauriente alle domande poste dalle convivenze non matrimoniali.
Come cittadini di questo Paese avvertiamo il dovere irrinunciabile di spenderci per la tutela e la promozione della famiglia, che costituisce un bene umano fondamentale.
Come cattolici confermiamo la volontà di essere al servizio del Paese, impegnandoci sempre più, sul piano culturale e formativo, in favore della famiglia.
Come cittadini e come cattolici affermiamo che ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese. Perciò la difenderemo con le modalità più opportune da ogni tentativo di indebolirla sul piano sociale, culturale o legislativo. E chiederemo politiche sociali audaci e impegnative.
Il nostro è un grande sì alla famiglia che, siamo certi, incontra la ragione e il cuore degli italiani.
Roma, 19 marzo 2007"Il richiamo alla misericordia per vicende come quella di Piergiorgio Welby e l'esigenza di elaborare una legge che riconosca il diritto della persona a decidere sul proprio trattamento terapeutico, come viene fatto dalla recente normativa francese, espressi da una fonte cosi' alta del mondo religioso come l'Arcivescovo emerito Cardinale Carlo Maria Martini, mi trovano perfettamente concorde."
Cesare Salvi, Presidente della commissione Giustizia di palazzo Madama.
(Adnkronos, 21 gennaio 2006)